Stelvio 27 giugno 2008 - Mimmo & Rita - non sono le maniglie dell'amore di Mimmo quelle a cui si agguanta Rita, lui sotto la maglietta ha la ciambella salvagente, in montagna non si sa mai

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Egitto - 9 Marzo 1989

Giornata di trasferimento. Prima colazione super internazionale in albergo, come al solito ci abbuffiamo di ogni ben di tasca nostra, avendo già pagato e profumatamente.
La mattinata è a disposizione ma non ci possiamo allontanare di molto, bighelloniamo intorno all'albergo, la zona è moderna e ben tenuta, molto poco esotica se non fosse per il traffico caotico e fantasmagorico.
Dopo aver fatto il pranzo al solito super internazionale buffet dell'albergo ci trasferiamo all'aereoporto dove con un volo locale in un'oretta siamo a Luxor. Il volo con un aereo locale ci da' problemi solo all'atterraggio, che non viene effettuato all'italiana ma alla texana in una pista nel deserto tra dune di sabbia, che abbiamo l'impressione vengano letteralmente sfiorate dalle ali.
L'uscita aviene tra due ali di una folla che ci offre ogni servigio. Sono in grandissima percentuale neri e coloritamente vestiti all'araba a differenza del Cairo dove la popolazione è prevalentemente araba e, specialmente i giovani maschi, spessissimo sono vestiti all'occidentale.
L'albergo è ancora una volta uno Sheraton con orchestrina e karkadè di ben venuto, la bevanda è superzuccheratissima e freddissima, quindi corroborante e rinfrescante.
L'albergo, a differenza del Cairo che era un modernisimo grattacielo, è costituito da splendidi bungalow in puro stile arabo nuovissimi con al centro un porticato con tante botteghe dove si vende di tutto e un laghetto con vari anatidi, pelicani e fenicotteri.
Sistemati i bagagli in stanza, aspettiamo la cena bighellonando in questo ambito e a bordo piscina, assistendo ad un magnifico tramonto sul Nilo, sulle cui rive si adagia l'albergo.
Questa sera cena tipica egiziana. Eccellente. Ricordo in particolare una minestra di fagioli eccezionali, così piccoli che li avevamo presi per lenticchie, il pane arabo cotto al momento appiccicandolo sulle pareti laterali di un forno di forma semisferica, i dolci dolcissimi di pasta sfoglia e zucchero filato, ecc.. ecc...
Dopo cena andiamo ad esplorare il territorio in carrozzella, uno spasso, il vetturino sprona il macilento cavallo a imprese impossibili per guadagnarsi il bakscisc, che gli lasceremo invitandolo a comprare buona biada per la povera bestia.
La cittadina è pittoresca e ci si sente veramente in Africa. Il rientro avverrà con un'altra carrozzella alla quale raccomandiamo di andar piano per rispettare il povero cavallo, anche questo non tanto in carne, tanto il bakscisc extra glielo daremo ugualmente.

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